Il primo racconto non può che riguardare l’arrivo in Africa, dopo alcuni mesi di riposo in Italia.
L’Africa ti avvolge con i suoi colori, rumori, con il suo caldo umido che però ha un intenso
profumo inconfondibile: “ahhh siamo in Africa”, non ci si può sbagliare. Kigali è una città
occidentale, perfetta, ordinata, pulita, cerca in tutti i modi di lasciarsi alle spalle il genocidio
del 94, benché lo stia facendo con una forte dittatura. Ci fermiamo per la notte arrivando tardi la sera con il nostro volo da Amsterdam e la nostra piccola Anita a spasso per il mondo in cerca di un lettino. I clacson delle città africane suonano all’impazzata: e due “siamo in Africa”.
In un certo senso ti senti a casa, ti senti al posto giusto, un po’ dove tutto vale, in questo
movimento vitale c’è spazio per chiunque, anche per noi. L’Africa è il continente della vita. Se verrete, vedrete. Bambini che corrono, strade affollate, persone che camminano e urlano.
Africa è vita.
L’indomani viaggiamo su una meravigliosa strada offerta dall’Unione Europea che unisce
Kigali a Kampala e attraversa i campi collinari di thè del Ruanda. Arriviamo al confine. Ogni
confine africano meriterebbe un paragrafo a se, ma niente di bello e divertente per cui
soprassiedo. Poi finalmente dopo 4 ore di auto siamo Rwentobo, il nostro villaggio, la nostra missione, la nostra casa africana, dove viviamo ormai da anni. È tardo pomeriggio. I bimbi del ‘Karidaari Seed’, centro educativo per la disabilità ci accolgono festosissimi rincorrendo l’auto, scena tipica africana. E poco dopo vogliono ballare per noi e darci il benvenuto, idem.
Ieri sera abbiamo già accolto due ospiti Michela di Vimercate e Cecilia da Verona, si
tratterranno con noi qualche mese, potranno gustare un po’ di quanto sopra raccontato.
Intanto nei nostri due grandi progetti umanitari nel mese di Febbraio abbiamo accolto tre
nuovi bimbi per progetto. Tre nuove bimbe nell’orfanotrofio Father Wembabazi, e tre nuovi
bimbi con disabilità.
Vi aspettano in Uganda per conoscerli, siete ben venuti. Se cercherete su Facebook alla pagina ‘Giorgio e Marta in Africa’ potrete anche vedere i loro volti.
Pace e bene.
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